Monumento a Vittorio Emanuele II

Artisti: Ercole Rosa

Titolo: Monumento a Vittorio Emanuele II

Datazione: 1880 – 1896

Collocazione: piazza del Duomo, Milano

In alto: Ercole Rosa, Monumento a Vittorio Emanuele II, 1880 – 1896, piazza del Duomo, Milano, foto Andrea Scuratti – Comune di Milano.

Il re, primo sovrano dell’Italia Unita, in gran divisa, è rappresentato nell’atto di frenare il cavallo sul campo di battaglia, mentre i bassorilievi del basamento raffigurano episodi degli scontri risorgimentali. I due leoni trattengono uno lo scudo sabaudo, inteso come stendardo dell’unità d’Italia, l’altro uno scudo con la scritta Roma, inneggiante alla capitale della Nazione, faticosamente conquistata.

Il 10 gennaio 1878 il consiglio comunale si riuniva per onorare la memoria del re appena scomparso, individuando nell’area antistante Palazzo Reale la collocazione di un imponente monumento a lui dedicato. Ben presto, una migliore collocazione fu trovata al centro della piazza e un concorso identificò nel 1880 il migliore progetto nel bozzetto di Ercole Rosa, eminente scultore romano. Da allora questo divenne il principale impegno di Rosa, che non ebbe però la fortuna di vederlo inaugurato: scomparso nel 1893, spettò all’amico Ettore Ferrari, anch’egli romano, il compito di portare a termine l’impresa. Frutto di una concezione che oggi possiamo considerare retorica e celebrativa, ma che al tempo della sua esecuzione aveva una sua precisa ragion d’essere, questo monumento è parte del luogo più frequentato da cittadini e turisti a Milano, tanto che quasi non lo si vede, passandoci accanto frettolosamente.

Nel 1970, ci pensò un’artista d’avanguardia, Christo, a renderlo nuovamente visibile, e lo a fece a suo modo, cioè occultandolo: il 24 novembre, in occasione del decennale del movimento del Nouveau Réalisme, lo avvolse in un telone in polipropilene, sigillato con una fune rossa. Intervento che scatenò l’entusiasmo dei seguaci dell’arte moderna, feroci critiche tra i suoi detrattori, ma soprattutto curiosità, stupore e anche divertita ilarità tra i milanesi.