Il Mondo che verrà

Fotografare il futuro

Si può raccontare in un’immagine quel che ancora non c’è? Fotografare il futuro.
La sfida era difficile, eppure nessuno dei 50 fotografi a cui abbiamo girato la domanda si è tirato indietro.
Ciascuno ha attinto al presente per dislocarsi in un domani personale, provocatorio, audace.
Siamo parte di una cultura che documenta le sue esperienze nel momento esatto in cui accadono.
Questa pandemia è stata raccontata da ogni mascherina, finestra, balcone, pezzo di strada… Eppure la fotografia, se fa il suo mestiere, coglie l’istante senza l’intenzione di trattenerlo, per consentire a noi di abitarlo.

Gli effetti imprevedibili di questa operazione sono dovuti alla materia prima, luce e tempo, direbbe John Berger. Dunque vale per uno scatto quel che vale per la scrittura, è perfetto quando non c’è più niente da togliere.

La mostra digitale “Il mondo che verrà”, visibile al seguente link, realizzata in collaborazione con IL, magazine de Il sole 24 ORE, raccoglie sogni, visioni, paesaggi, frammenti, dettagli ravvicinatissimi, panoramiche che aprono orizzonti di un tempo che ricomincia a scorrere. E di un futuro migliore, peggiore, diverso, nuovo.

NOTICE TO THE PUBLIC

On Thursday, May 1,
the Permanent Collection
and the exhibition “Travelogue. Stories of journeys, migration and diaspora”
may be closed
due to a national general strike.
 
The exhibitions “From Muralism to Street Art. MUDEC Invasion” and “DEEP BEAUTY” will be regularly open.
 
We apologize for the inconvenience.

NOTICE TO THE PUBLIC

On Tuedsay, May 13,
the Permanent Collection and the exhibition “Travelogue. Stories of journeys, migration and diaspora”
may be closed due to a national strike.
 
The exhibitions “From Muralism to Street Art. MUDEC Invasion” and “DEEP BEAUTY” will be regularly open.
 
We apologize for the inconvenience