Giovedì 8 luglio, ore 18:30
Stabilimento Estivo Base
Abitare è una delle principali caratteristiche dell’essere umano e la casa è il luogo umano per eccellenza. Domandare a qualcuno «dove vivi?» vuol dire chiedere notizie sul posto in cui si svolge la sua attività quotidiana, ma soprattutto su quello che dà senso alla sua vita. Servendosi anche di un suggestivo giro del mondo tra le architetture vernacolari, il libro va in cerca del senso profondo dell’abitare. Dalle Ande peruviane alle montagne indiane, passando per il Vietnam e la Mongolia, Andrea Staid ci racconta che una palafitta sul lago Inle in Myanmar si regge su pali di bambù che vanno controllati e spesso cambiati, oppure che le travi del pavimento di una casa nelle montagne del Laos invecchiano, respirano e vanno revisionate. Ci racconta quindi che le case sono vive.
Presentazione performativa e musicata con Andrea Staid e Nicola Camera.
In collaborazione con BASE Milano
Ore 13.45
Auditorium
La giornata di studi dedicata alla restauratrice Buna Mariani si terrà presso l’auditorium del Mudec. Nel corso dell’evento gli esperti del settore tratteranno i più importanti lavori di restauro curati da Bruna nel corso della sua carriera. Un’occasione di studio e approfondimento sulle tecniche di restauro per ricordare la sua personalità e grande professionalità.
Per iscriversi cliccare qui
Giovedì 9 settembre – ore 18:30
Evento online sulla pagina di Mudec e Milano Città Mondo
Docente, politologa e attivista, Françoise Vergès è una delle più eminenti voci del femminismo nero, o femminismo decoloniale. Le sue riflessioni sulle arti, le estetiche e la cultura invitano ad allargare lo sguardo, prestare l’orecchio alla trasversalità artistica e fanno appello alla necessità di trasformare il campo culturale e artistico dove la decolonizzazione conduce all’emancipazione creativa e ad una necessaria e urgente trasformazione del mondo.
Laboratorio d’arte gratuito (3 incontri, 3h ciascuno)
Adulti, scuola secondaria di I e II grado
Cortile del MUDEC
L’arte naif è la spontanea espressione e rappresentazione del mondo visto con occhi ingenui e tratti infantili. Ad Haiti questa pittura descrive iconograficamente la religione vodù.
Chiudiamo gli occhi e immaginiamo di essere nel mondo preistorico di duecento mila anni fa, quando i nostri antenati conoscevano la natura come orizzonte immutabile; quando l’identità era collettiva e si era parte di un gruppo, un clan, una tribù; quando si pensava che tutto avesse un’anima: il mare, le montagne, il sole, i venti, ogni essere vivente e gli umani; quando si era convinti della superiorità della natura sull’operare umano; quando si raccontava il mondo attraverso il mito e durante le cerimonie sacre si entrava in relazione con l’irrazionalità umana. Durante il laboratorio di arte naif, condotto dall’artista ed esperto di arte vodù Nikos Moïse, proveremo ad abbandonare per un momento le sovrastrutture della razionalità per evocare la cosmogonia fantastica tipica della cultura vodù: quella del mondo sensibile, dove le cose imitano le idee, e il luogo dell’aldilà, dove abitano gli spiriti eterni.
Il laboratorio, composto da tre incontri, prevede la creazione di un’opera muraria collettiva che verrà realizzata nel cortile del Mudec. La parte creativa sarà preceduta da un’introduzione storica e da momenti di ascolto di musiche tradizionali haitiane per preparare il corpo e la mente alla creazione artistica.
Durata: 3h ciascun incontro
Partecipazione gratuita su prenotazione al link
Ore 14.30
Auditorium – Mudec
Nell’ambito del progetto “Milano Città Mondo #Remix”, il Comune di Milano in collaborazione con Milano Città Mondo, Mudec – Museo delle Culture, Università degli Studi di Milano, Docucity/UNIMI, promuove il Concorso per film e video “MetiCittà”.
L’idea centrale risiede nella volontà di raccogliere testimonianze, documenti, riflessioni che, attraverso il racconto audiovisivo sappiano raccontare la complessità delle contaminazioni (culturali, linguistiche, relazionali) e delle rappresentazioni che si vanno progressivamente costruendo nei nostri contesti metropolitani contemporanei, anche attraverso forme di auto-narrazione che generino auto-riflessione ed empowerment, come ad esempio le esperienze laboratoriali e il documentario partecipativo.
Proiezione dei film selezionati e premiazione del film vincitore.
Laboratorio d’arte gratuito (3 incontri, 3h ciascuno)
Adulti, scuola secondaria di I e II grado
Cortile del MUDEC
L’arte naif è la spontanea espressione e rappresentazione del mondo visto con occhi ingenui e tratti infantili. Ad Haiti questa pittura descrive iconograficamente la religione vodù.
Chiudiamo gli occhi e immaginiamo di essere nel mondo preistorico di duecento mila anni fa, quando i nostri antenati conoscevano la natura come orizzonte immutabile; quando l’identità era collettiva e si era parte di un gruppo, un clan, una tribù; quando si pensava che tutto avesse un’anima: il mare, le montagne, il sole, i venti, ogni essere vivente e gli umani; quando si era convinti della superiorità della natura sull’operare umano; quando si raccontava il mondo attraverso il mito e durante le cerimonie sacre si entrava in relazione con l’irrazionalità umana. Durante il laboratorio di arte naif, condotto dall’artista ed esperto di arte vodù Nikos Moïse, proveremo ad abbandonare per un momento le sovrastrutture della razionalità per evocare la cosmogonia fantastica tipica della cultura vodù: quella del mondo sensibile, dove le cose imitano le idee, e il luogo dell’aldilà, dove abitano gli spiriti eterni.
Il laboratorio, composto da tre incontri, prevede la creazione di un’opera muraria collettiva che verrà realizzata nel cortile del Mudec. La parte creativa sarà preceduta da un’introduzione storica e da momenti di ascolto di musiche tradizionali haitiane per preparare il corpo e la mente alla creazione artistica.
Durata: 3h ciascun incontro
Partecipazione gratuita su prenotazione al link
Laboratorio d’arte gratuito (3 incontri, 3h ciascuno)
Adulti, scuola secondaria di I e II grado
Cortile del MUDEC
L’arte naif è la spontanea espressione e rappresentazione del mondo visto con occhi ingenui e tratti infantili. Ad Haiti questa pittura descrive iconograficamente la religione vodù.
Chiudiamo gli occhi e immaginiamo di essere nel mondo preistorico di duecento mila anni fa, quando i nostri antenati conoscevano la natura come orizzonte immutabile; quando l’identità era collettiva e si era parte di un gruppo, un clan, una tribù; quando si pensava che tutto avesse un’anima: il mare, le montagne, il sole, i venti, ogni essere vivente e gli umani; quando si era convinti della superiorità della natura sull’operare umano; quando si raccontava il mondo attraverso il mito e durante le cerimonie sacre si entrava in relazione con l’irrazionalità umana. Durante il laboratorio di arte naif, condotto dall’artista ed esperto di arte vodù Nikos Moïse, proveremo ad abbandonare per un momento le sovrastrutture della razionalità per evocare la cosmogonia fantastica tipica della cultura vodù: quella del mondo sensibile, dove le cose imitano le idee, e il luogo dell’aldilà, dove abitano gli spiriti eterni.
Il laboratorio, composto da tre incontri, prevede la creazione di un’opera muraria collettiva che verrà realizzata nel cortile del Mudec. La parte creativa sarà preceduta da un’introduzione storica e da momenti di ascolto di musiche tradizionali haitiane per preparare il corpo e la mente alla creazione artistica.
Durata: 3h ciascun incontro
Partecipazione gratuita su prenotazione al link
Ore 18.30
Auditorium
Mā’ – due lettere in arabo.
Comincia tutto da lì, dall’elemento acqua, che attraversa fluidamente e trasversalmente religione, letteratura, musica, calligrafia, cinema.
Molto spesso la cultura araba è ridotta alla religione islamica, la religione islamica è ridotta ai testi sacri e i testi sacri sono ridotti ai versetti sulla sharia. L’intento di questo incontro, invece, è rimettere la cultura araba nel suo più ampio contesto di grande civiltà.
Lo faremo seguendo il fil rouge costituito dal tema dell’acqua e di come essa sia stata percepita nelle varie dimensioni artistiche, culturali e religiose.
A cura di Wael Farouq, docente di lingua e letteratura araba, con Elisa Ferrero (traduttrice, scrittrice e lettrice di lingua araba)e Hani Gergi (docente di lingua araba e musicista)
Convegno a cura del Centro di Cultura Italia-Asia, in collaborazione con MUDEC Museo delle Culture
Venerdì 1 e Sabato 2 Ottobre 2021
Spazio delle Culture “Khaled al-Asaad”
Orari:
Venerdì 10-13 / 14.30-16.30
Sabato 10-12.30 / 14-16
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria al seguente link.
Nelle culture dell’Asia da sempre il tessuto è un forte strumento identitario e comunitario, ricco di riferimenti e codici di comunicazione, comprensibili da tutti gli individui del gruppo o etnia di appartenenza.
Il tessuto asiatico costituisce quindi una sorta di linguaggio comune per le collettività che ne sono depositarie.
Questo mondo complesso, fatto di simboli e codici comunicativi, ha radici profonde nelle diverse società di appartenenza da cui deriva e di cui esprime sia i canoni di bellezza che le regole delle interazioni sociali.
Anche elementi relativi alla religiosità e al sacro si esprimono spesso nel tessuto, nella maniera in cui viene prodotto, nel ruolo sociale e nel cerimoniale seguito dalle persone che alla tessitura sono deputate.
I motivi decorativi tessili possono avere moltissimi significati, alcuni così antichi che se ne è persa l’essenza o la provenienza originaria.
Il riferimento costante ad alcuni elementi naturalistici che riportano alla religiosità e all’origine del mondo si riflette, ad esempio, nella frequente presenza dell’immagine del lotus, il fiore simbolo di fertilità, purezza, centro da cui irradia la creazione stessa. Così l’albero della vita, immagine universale e archetipica, ha significati mistici e magici, considerato sorgente di vita, connessione tra i due regni del cielo e della terra.
Molteplici sono i significati nascosti nelle immagini, in fini geometrie e intrecci grafici e in altri elementi come colori, tecniche di tessitura, tipologia dei tessuti stessi e loro destinazione sociale: tutti linguaggi espressi attraverso e nel tessuto, un universo di segni molto articolato e ricchissimo di tematiche importanti, in gran parte da esplorare e approfondire.
L’incontro che si propone vorrebbe presentare e condividere con il pubblico alcuni di questi aspetti, evidenziando come il linguaggio nascosto nei tessuti ci parli di storia, di religioni, di culture, credenze, abitudini e leggende, così come di tecnologie e di abilità che sono sempre finalizzate alla condivisione di valori identitari.
Il programma completo sul sito di Italia Asia
Convegno a cura del Centro di Cultura Italia-Asia, in collaborazione con MUDEC Museo delle Culture
Venerdì 1 e Sabato 2 Ottobre 2021
Spazio delle Culture “Khaled al-Asaad”
Orari:
Venerdì 10-13 / 14.30-16.30
Sabato 10-12.30 / 14-16
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria al seguente link.
Nelle culture dell’Asia da sempre il tessuto è un forte strumento identitario e comunitario, ricco di riferimenti e codici di comunicazione, comprensibili da tutti gli individui del gruppo o etnia di appartenenza.
Il tessuto asiatico costituisce quindi una sorta di linguaggio comune per le collettività che ne sono depositarie.
Questo mondo complesso, fatto di simboli e codici comunicativi, ha radici profonde nelle diverse società di appartenenza da cui deriva e di cui esprime sia i canoni di bellezza che le regole delle interazioni sociali.
Anche elementi relativi alla religiosità e al sacro si esprimono spesso nel tessuto, nella maniera in cui viene prodotto, nel ruolo sociale e nel cerimoniale seguito dalle persone che alla tessitura sono deputate.
I motivi decorativi tessili possono avere moltissimi significati, alcuni così antichi che se ne è persa l’essenza o la provenienza originaria.
Il riferimento costante ad alcuni elementi naturalistici che riportano alla religiosità e all’origine del mondo si riflette, ad esempio, nella frequente presenza dell’immagine del lotus, il fiore simbolo di fertilità, purezza, centro da cui irradia la creazione stessa. Così l’albero della vita, immagine universale e archetipica, ha significati mistici e magici, considerato sorgente di vita, connessione tra i due regni del cielo e della terra.
Molteplici sono i significati nascosti nelle immagini, in fini geometrie e intrecci grafici e in altri elementi come colori, tecniche di tessitura, tipologia dei tessuti stessi e loro destinazione sociale: tutti linguaggi espressi attraverso e nel tessuto, un universo di segni molto articolato e ricchissimo di tematiche importanti, in gran parte da esplorare e approfondire.
L’incontro che si propone vorrebbe presentare e condividere con il pubblico alcuni di questi aspetti, evidenziando come il linguaggio nascosto nei tessuti ci parli di storia, di religioni, di culture, credenze, abitudini e leggende, così come di tecnologie e di abilità che sono sempre finalizzate alla condivisione di valori identitari.
Il programma completo sul sito di Italia Asia