Giovedì 7 giugno ore 21.15: I LUOGHI DEL ‘68
Con Toni Capuozzo, giornalista e scrittore. Dalle prime manifestazioni del ‘68 con studenti in giacca e cravatta alle barbe lunghe, maglioni sfatti, all’eskimo: in un anno tutto cambiò molto rapidamente. Il ‘68 è stato moltissime cose immateriali – la musica, i manifesti nelle camere dei ragazzi, Bandiera Gialla alla radio – ed è stato anche molte cose materiali e molti luoghi – le Clarks, le minigonne, gli stivaletti, il mangiadischi e le musicassette, il ciclostile e il megafono, il Liceo Parini e l’Università Cattolica.
Per info e prenotazioni: https://www.cubounipol.it/agenda
Archivio eventi
Dal batik all'Art Nouveau. Il filo che unisce oriente e occidente
· Giovedì 14 giugno ore 19.00
Visita guidata a cura di Laura Todeschini
In occasione della mostra “Dal batik all’Art Nouveau. Il filo che unisce oriente e occidente”, ospitata presso lo Spazio delle Culture del Mudec, giovedì 14 giugno alle ore 19.00 sarà possibile scoprire gli aspetti e le particolarità più interessanti di questo prezioso e antico tessuto orientale con una visita guidata della mostra a cura di Laura Todeschini, co-curatrice del progetto.
La visita guidata è gratuita, con obbligo di prenotazione (max 25 pax) al seguente indirizzo email: fortuna.pellegrini@fortcom.it.
Per informazioni clicca qui.
Giardini al CUBO. Milano edition 2018.
Giovedì 14 giugno ore 21.15: LEZIONI DI ROCK – The Beatles
Con Ernesto Assante
Storia e cronaca si fondono in un percorso guidato tra ascolti, video e parole, per entrare in una macchina del tempo e viaggiare a ritroso attraverso curiosità, aneddoti e testi, riscoprendo così opere che fanno parte della storia della musica e anche della vita di noi tutti. Una lezione ricca di canzoni memorabili e storie indimenticabili.
Per info e prenotazioni: https://www.cubounipol.it/detail/agenda/p/sette-anni-che-cambiarono-il-mondo
The Migrant School of Bodies
Giovedì 21 giugno ore 18.00
Auditorium Mudec
La rappresentazione della migrazione nella performance e nella coreografia contemporanee
Giovedì 21 giugno alle ore 18.00, il MUDEC ospiterà uno degli appuntamenti di “The Migrant School of Bodies” progetto a cura di Ariella Vidach e Maria Paola Zedda e vincitore del bando MigrArti – Spettacolo 3° edizione –MiBACT – Spettacolo dal vivo. Una giornata di incontri, performance, video e riflessioni sulle poetiche e pratiche decoloniali nella danza e nella performance contemporanea, mettendo in luce l’importanza dei processi partecipativi, così come i loro rischi, nel superamento dei confini culturali, nella trasmissione delle tradizioni e nella scrittura di nuovi codici di comunicazione condivisi.
A cura di Ariella Vidach Aiep
in collaborazione con Mo’O Me Ndama e Studio Azzurro
Con: Antonia Alampi (SAVVY Contemporary), Lynhan Balatbat – Helbock (Colonial Neighbours, SAVVY), Daniel Blanga Gubbay (Aleppo), Alessandro Pontremoli (Università Torino, commissione MiBACT).
L’ingresso all’incontro è gratuito con prenotazione al seguente indirizzo email: info@aiep.org
Art Nouveau e Natura nell’arte tessile europea
Giovedì 21 giugno ore 19.00
a cura della Dott.ssa Francina Chiara
In occasione del progetto espositivo “Dal batik all’Art Nouveau. Il filo che unisce oriente e occidente” presso lo Spazio delle Culture Khaled Al-Asaad fino al prossimo 26 agosto, il Mudec è lieto di ospitare l’incontro della dottoressa Francina Chiara che focalizzerà l’attenzione sull’art nouveau floreale quale spunto per l’elaborazione di patterns per la decorazione di tessuti e prodotti tessili in Europa e non solo. I Batik giavanesi presenti in mostra, infatti, rappresentano soprattutto temi floreali e l’incontro, quindi, vuole mettere in evidenza l’unicità e la particolarità dello stile floreale dell’art nouveau che si afferma nell’ultimo decennio del Novecento, facendo emergere in particolare gli aspetti riguardo alla nuova e moderna modalità rappresentativa volta a “carpire” lo slancio vitale della natura stessa.
Francina Chiara è una storica dell’arte, già curatrice della FAR Fondazione Antonio Ratti di Como e curatrice di diverse mostre d’arte tessile.
Incontro a ingresso gratuito fino esaurimento posti (max. 20 persone).
Per informazioni e prenotazioni, inviare mail a: fortuna.pellegrini@fortcom.it
FLAMENCO EN FLASH
La fortuna del kimono in Europa a cavallo tra Ottocento e Novecento
“Incontri ed eventi”
Giovedì 28 giugno ore 19.00
a cura della Dott.ssa Rossella Marangoni
In occasione del progetto espositivo “Dal batik all’Art Nouveau. Il filo che unisce oriente e occidente” presso lo Spazio delle Culture Khaled Al-Asaad fino al prossimo 26 agosto, il Mudec è lieto di ospitare l’incontro della dottoressa Rossella Marangoni che focalizzerà l’attenzione sull’arte dei kimono e sulla moda del “giapponismo” in Europa nel periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento.
Rossella Marangoni, laureata in Lingua e Letteratura giapponese all’Università di Torino, è una studiosa e ricercatrice in particolare sulle tematiche collegate all’esperienza del sacro in Giappone e alla cultura teatrale ed estetica del periodo Edo. Autrice di Zen, dizionario iconografico, opera tradotta in più lingue, e di numerosi saggi sulla cultura giapponese, è membro dell’ Associazione Italiana per gli Studi Giapponesi.
Incontro a ingresso gratuito fino esaurimento posti (max. 20 persone).
Per informazioni e prenotazioni, inviare mail a: fortuna.pellegrini@fortcom.it
Giardini al CUBO. Milano edition 2018.
Giovedì 28 giugno ore 21.15: LE “SESSANTOTTO”
Con Eva Cantarella scrittrice, Lella Costa attrice e scrittrice, Eliana Di Caro giornalista e scrittrice, Benedetta Tobagi giornalista e scrittrice.
Donne ribelli che con la loro storia personale hanno riscritto il mondo con l’unica vera e riuscita rivoluzione del Novecento.
Racconti, testimonianze e storie narrate di cosa è successo nel leggendario ’68 alle donne e di quanto sia rimasto alle giovani generazioni.
Per info e prenotazioni: https://www.cubounipol.it/detail/agenda/p/le-sessantotto
Aperti per Voi in collaborazione con il Touring
Aperti per Voi in collaborazione con il Touring
Ogni ultimo sabato del mese i Volontari Touring Club Italiano accolgono i partecipanti a “I segreti della conservazione”, le visite tematiche programmate con la preziosa collaborazione degli addetti del Comune di Milano, Unità Organizzazione e sicurezza sedi, alla scoperta dei tesori dei Depositi del Mude.
Ingresso gratuito. Prenota qui
Il Canto di Yamāntaka
Lunedì 2 luglio, dalle 15.30 alle 20.00
Un evento che si articola a Milano tra MUDEC Museo delle Culture, Via Tortona 56, e Monte Stella, nell’ambito del progetto il Corno Mancante di Leone Contini.
Programma:
- Ore 15.30 – 16.15: Sintesi degli eventi legati alla distruzione e al restauro di Yamāntaka, a cura del MUDEC, in dialogo con Leone Contini
- Ore 16.15 – 16.45: Introduzione al valore spirituale e culturale della pratica di Yamāntaka a cura di Lama Michel Rinpoche
- Ore 16.45 – 17.30: Cerimonia di consacrazione della statua di Yamāntaka con la presenza del Ven. Lama Michel Rinpoche e i monaci della tradizione Geluk Ganden Nyengyu
- Ore 19.00: Appuntamento sulla cima del Monte Stella e Puja serale per la pace.
*Il Corno Mancante è un progetto dell’artista Leone Contini a cura dell’associazione culturale Viafarini, vincitore della seconda edizione del bando Italian Council 2017, concorso ideato dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane (DGAAP) del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, per promuovere l’arte contemporanea italiana nel mondo.
**Gli interventi rituali sono a cura del Kunpen Lama Gangchen – Centro associato all’Unione Buddhista Italiana – Tempio del cielo sulla terra dell’Albagnano Healing Meditation Centre.
Il canto di Yamāntaka
“I bombardamenti su Milano del 1943 distrussero parte delle collezioni etnografiche di Castello Sforzesco.
Molti reperti furono distrutti, bruciati dal fuoco, altri invece non furono mai ritrovati tra le macerie determinate dai crolli che seguirono l’incendio. Dopo la guerra quei detriti furono trasportati fuori città, fino a formare la collina artificiale Monte Stella, a San Siro, chiamata dai Milanesi “Montagnetta”.
Alcuni tra gli oggetti perduti in quella catastrofe giacciono dunque oggi nelle profondità della Montagnetta, con certezza poetica e alta probabilità fattuale. Quel patrimonio, proveniente dalle culture “altre” e custodito all’interno del dispositivo museografico universalista, fu distrutto, danneggiato o disperso. Una promessa tradita.
A distanza di 75 anni quel cumulo di macerie è diventato un parco, molto amato dai milanesi, un luogo dove dimenticare e ricordare allo stesso tempo, durante il tempo libero, mentre ci si prende cura di sè stessi, del proprio cane o dei propri hobby.
La scultura del “Distruttore della Morte” Yamāntaka (Cina, Dinastia Qing) fu recuperata, e pochi anni fa è stata magnificamente restaurata. Ma il suo corno sinistro, mai ritrovato, è ancora dentro la Montagnetta, e con lui molte altre sue componenti, importanti da un punto di vista religioso – tra queste la testa del Buddha posta al di sopra di quella di Yama, e gli innumerevoli implementi tenuti nelle mani della divinità.
Questi frammenti perduti e la loro impossibile ricerca sono però l’occasione per immaginare una loro ricomposizione. Del resto lo stesso significato della scultura trascende la sua materialità immanente, come ho intuito mentre ero ospite del centro buddista Kunpen Lama Gangchen, durante una giornata di studio dedicata proprio a Yamāntaka, a cui ho partecipato. Durante la mia permanenza al centro ho constatato che quella che io credevo una forma del passato era in effetti una forza viva e presente, quotidianamente attiva nella vita delle persone che ho incontrato. Un monaco, vedendo l’immagine fotografica di Yamāntaka subito dopo il recupero dai detriti mi ha detto: guarda come è viva.
La mia stessa presenza mi è apparsa come l’occasione che la scultura attendeva per tornare “a casa”, senza del resto doversi muovere dalla sua teca di vetro: saranno infatti i monaci – incidentalmente presenti in gran numero in Italia – e i praticanti ad accedere agli spazi del museo, per consacrare Yamāntaka e reintegrarne il significato religioso – già menomato ben prima del bombardamento, come emerge leggendo l’approssimativa descrizione della scultura ancora integra fatta al momento del suo acquisto da un mercante bolognese di manufatti esotici negli anni ’30.
“Il canto di Yamāntaka” si articolerà dunque in due momenti, e dopo l’azione rituale all’interno del Mudec i monaci si sposteranno sul Monte Stella, per una Puja prima del tramonto (nel luogo costruito dai milanesi per trascendere il trauma della distruzione), come auspicio per un superamento nella saggezza (caratteristica di Yamāntaka) dei conflitti che attanagliano anche il mondo attuale, dove paura, odio ed esclusione – su base etnica, religiosa o sociale – dominano le relazioni umane, nei vicinissimi paesi in guerra, come in quelli in pace apparente.
La doppia azione rituale potrà forse ricomporre la figura di Yamāntaka prima della distruzione, dove la testa serena del Buddha dominava quella furiosa di Yama. Con la consapevolezza che il significato più profondo della scultura rimanda comunque ad altro.”
Leone Contini
Ingresso libero e gratuito, fino a esaurimento posti disponibili.