Su di un ampio basamento lapideo a gradinata, vediamo svettare un obelisco in bronzo alto più di venti metri, ai piedi del quale stanno cinque figure femminili allegoriche, raffiguranti le giornate dell’epica risorgimentale durante le quali Milano si era ribellata al potere austriaco, oltre ad un leone, simbolo del popolo oppresso che ruggisce con forza e baldanza contro l’oppressore straniero.
Nel 1879 la città di Milano bandì un concorso per celebrare l’insurrezione armata che, tra il 18 e il 22 marzo del 1848, aveva portato alla sua temporanea liberazione dal dominio austriaco, e nel gennaio del 1882 il bozzetto vincitore venne proclamato: si tratta dell’opera di Giuseppe Grandi, artista che si era distinto per una nuova concezione della scultura, per molti versi affine alle novità introdotte a Milano dai pittori della Scapigliatura, le quali prevedevano una concezione aperta, fluida della forma e nuove e ardite articolazioni compositive. Da questa data in poi, Grandi si dedicò in modo quasi esclusivo a questo imponente lavoro, per il quale si fece addirittura costruire un enorme studio nelle vicinanze di quella che sarebbe stata la collocazione definitiva del monumento, in seguito affiancato da una fonderia in grado di realizzare le fusioni di grandi dimensioni dei vari pezzi da assemblare poi nel risultato finale.
I tempi per la realizzazione dell’opera si fecero lunghi, mentre l’opinione pubblica e i reduci dai fatti del ’48 facevano pressioni sempre crescenti. Il monumento venne messo definitivamente in posa quando lo scultore era scomparso da alcuni giorni: ne fu organizzata un’anteprima pubblica in suo onore, mentre l’inaugurazione ufficiale avvenne nel marzo del 1895, per celebrare l’avvenimento politico in esso raffigurato.
foto: © Beppe Brancato | © Christian Richters | © Fabrizio Stipari