Cinque gradoni cilindrici in pietra di diverse altezze accolgono, all’interno di una rotonda immersa nel traffico cittadino, una sorta di giardino zen, popolato di una scultura dal titolo Colloquio (due rospi stilizzati in bronzo) e da MU – 765 Goccia, una grande goccia anch’essa in bronzo. Attorno, panchine in granito dalle forme arrotondate si alternano a dei ciliegi, piantumati per l’occasione e dedicati alle donne.
All’interno di una rotonda immersa nel traffico cittadino, è oggi possibile entrare in un vero e proprio giardino Zen, donato alla città da Livia Pomodoro, sorella di Teresa, attrice e animatrice del Teatro No’hma, che sorge poco distante da qui, in via Orcagna 2. Il giardino, oltre ad essere un’oasi di pace offerta ai cittadini, è la raffigurazione stilizzata, in maniera perfettamente orientale, del dialogo tra Teresa Pomodoro e Kengiro Azuma, scultore giapponese naturalizzato milanese, scomparso pochi anni fa ed inscritto nel Famedio di Milano. I due rospi stilizzati di Colloquio sono proprio le loro due figure, in costante dialogo, mentre la grande goccia bronzea di MU – 765 Goccia ricorda l’elemento acquatico, allusivo al fatto che il teatro di Teresa sorge in una ex palazzina dell’acqua potabile: una immagine che vuole essere anche evocativa di leggerezza e trasparenza, mentre il titolo riporta il concetto orientale di MU, che sta per “vuoto” o “infinito”, concetto presente in molti dei titoli delle opere di Azuma (un’altra, MU 141 del 2015, la possiamo ammirare di fronte al Cimitero Monumentale).
Attorno all’installazione artistica si snoda un’area pedonale pavimentata a forma di goccia circondata a sua volta da panchine in granito rosa baveno e da ventuno ciliegi che vogliono concedere una pausa di contemplazione, o anche solo di riposo, a chi percorre questa zona trafficata di Milano. Il progetto è stato creato, coordinato e portato a termine dal figlio di Azuma, Anri Ambrogio Azuma, attivo a Milano come architetto.
foto: © Beppe Brancato | © Christian Richters | © Fabrizio Stipari