Atrio dello sguardo sul futuro di Mario Airò è una struttura parzialmente ipogea, in cemento e metallo, lunga circa tre metri, sormontata da una copertura a due calotte. Il volume superiore dell’opera ripropone profili e sezioni del “fegato di Piacenza” o “fegato etrusco”. Quest’ultimo, reperto etrusco risalente al II-I sec. a.C., riproduce un fegato in bronzo: probabilmente utilizzato dagli aruspici come modello per l’interpretazione dei presagi nelle antiche arti divinatorie, presenta alcune iscrizioni, linee o sporgenze che, dividendone la superficie in settori, creano delle corrispondenze con le divinità classiche e le parti della volta celeste.
Con l’opera di Mario Airò, la vocazione «ambientale/spazialista» dell’arte si alimenta di una tensione verso l’alto che, a partire dalle proprie radici (anche archeologiche), supera la verticalità dei grattacieli presenti nell’area per proiettarci verso il cielo e il futuro.
foto: © Beppe Brancato | © Christian Richters | © Fabrizio Stipari