Il poeta è raffigurato in questo bronzo di grandi dimensioni in posizione stante e nell’atto di incedere, con un atteggiamento che ricorda la statuaria antica, il corpo avvolto in un largo mantello reso con una modellazione ampia e distesa. L’alto piedistallo lapideo, impreziosito da fregi dorati, reca su due lati delle iscrizioni redatte per l’occasione dal senatore Gaetano Negri.
Realizzato grazie a una pubblica sottoscrizione e al consistente lascito del senatore Giuseppe Robecchi, il monumento venne pensato per la nuova piazza Cordusio, progettata dall’architetto Luca Beltrami, non senza polemiche: vi era chi avrebbe preferito collocarlo in piazza Belgiojoso, dove il poeta aveva vissuto, o ai vicini Giardini pubblici, mentre pesavano le proteste dei movimenti operai, che avrebbero voluto il Cordusio per celebrare Felice Cavallotti. Infine, prevalse però quest’ultima scelta, più prestigiosa e centrale.
Il monumento fu affidato a Luigi Secchi, scultore che aveva spesso collaborato con Beltrami nei cantieri che cambiarono il volto di Milano a cavallo di due secoli. Le polemiche sul monumento non si placarono neppure con l’inaugurazione (le autorità dovettero imporre una cerimonia in piazza accompagnata da assoluto silenzio), mentre ancora nel 1960, rimossa temporaneamente la scultura per la realizzazione della metropolitana, si accese un vivo dibattito sulla stampa, rianimando il desiderio di chi l’avrebbe voluta confinare ai Giardini pubblici. Dimostrazione di come anche un monumento apparentemente “pacifico” come questo può recare inscritte nella sua storia polemiche e controversie: molti esponenti della vita pubblica di Milano non avevano evidentemente mai digerito le critiche di Parini all’aristocrazia e alla vita culturale e politica della città.
foto: © Beppe Brancato | © Christian Richters | © Fabrizio Stipari