Sopra a dei basamenti costituiti da blocchi in pietra lasciati parzialmente scabri si ergono due sculture astratte, di ridotto spessore, che si presentano al visitatore in una visione del tutto frontale e dal profilo curvilineo. Nate da un preciso disegno a colori, sono realizzate in due differenti marmi che ne danno il titolo. Consagra sceglieva accuratamente marmi che, per la varietà del colore e delle venature, potevano rafforzare la bellezza di forme aggettanti che si componevano in due fronti opposti.
Realizzate in occasione di una personale dell’artista curata da Giovanni Carandente e Licisco Magagnato al Museo di Castelvecchio di Verona nel 1977, queste due sculture costituiscono un unico gruppo. Esso fu donato da Consagra alla Città di Milano nel 1990 e trovò posto inizialmente in Piazza San Babila. Quando nel 1996 il Comune e l’Ente Fiera decisero di rinnovare la piazza, con la monumentale fontana progettata da Luigi Caccia Dominioni, le sculture dovettero trovare una nuova collocazione, cosa che provocò alcuni attriti tra l’artista e l’Amministrazione. Questi furono però felicemente risolti, anche grazie alla mediazione dell’architetto Marco Zanuso, con la collocazione attuale, all’apertura della via dei Mercanti, luogo centrale e denso di storia e via d’accesso privilegiato per Piazza del Duomo: le sculture bifrontali si possono così ammirare da entrambe le aree, la via e la piazza.
La concezione frontale della visione, tema portante della ricerca astratta di Consagra, tende ad escludere il tutto tondo, che porterebbe il visitatore a girare intorno alla scultura come se fosse un idolo o un monumento celebrativo. Le sue sculture, dapprima frontali, poi a partire dal 1964 sempre bifrontali (come i due marmi milanesi) si pongono invece come elementi architettonici, di impatto immediato, che si relazionano senza gerarchie al contesto pubblico e sociale nel quale i cittadini si muovono ogni giorno.
foto: © Beppe Brancato | © Christian Richters | © Fabrizio Stipari